“L’Architettura come valore”
L’architettura è un processo di comunicazione complesso che vive e si sviluppa in un contesto sociale, politico, economico e tecnologico; la corretta intuizione su come equilibrare questi fattori determina il successo dell’opera architettonica.
Contrariamente a quanto accade in fatto di medicina,comodity elettroniche e nel mondo dell’automobile, dove ogni innovazione tecnologica è immediatamente recepita anzi auspicata dal mercato, nel mondo dell’edilizia italiana tutto ciò non avviene, al contrario vi è un rifiuto nel recepirle e renderle prassi consolidata. Ne consegue che le tecnologie a disposizione sono molto più all’avanguardia di quello che il mercato oggi richiede; nientemeno credo ci sia un forte arretramento tecnologico a favore di un palesato ritorno al “naturale”, una sorta di integralismo edilizio. Assistiamo oggi, anche grazie alla crisi economica, ad un cambiamento del contesto socio-politico, che impone una rivisitazione dei valori che l’architettura, come mezzo espressivo, deve portare e rappresentare, credo debba mostrare più di prima, coerenza.
Il progetto EkoHouse nasce dalla volontà di voler creare un’abitazione a zero emissioni, che produca energia da poter rivendere alla rete, ottenendo così un microreddito mensile capace di coprire parte del mutuo relativo all’acquisto.
La dinamica della crisi finanziaria e poi economica condiziona pesantemente il settore delle costruzioni: non solo perché alla base della crisi c’è l’evidenza della speculazione immobiliare, o perché questo incide sul basilare ruolo che il credito ha giocato e gioca nel processo edilizio, ma perché incide su una domanda già in flessione, riducendo la capacità di spesa e d’investimento di famiglie ed operatori, minando il clima di fiducia.
I valori espressi dalla nostre costruzioni non corrispondono certo ad una qualità architettonica ed urbanistica diffusa, anzi esistono troppi volumi costruiti e male, soprattutto dal punto di vista del risparmio energetico:è fondamentale fare un piano di monitoraggio dell’ambiente costruito finalizzato al recupero del mal costruito e all’abbattimento degli edifici dove possibile; anche le normative dovrebbero prevedere incentivi in merito.
Credo stia prendendo sempre più forma una volontà popolare che indica una nuova misura del valore, figlia della qualità e non più della quantità che può migliorare le condizioni di vita di tutti e soprattutto dei meno abbienti.
Pertanto oggi un edificio ecosostenibile deve essere portatore di tutti i valori racchiusi nell’evoluzione di questa società, deve essere valutato in base a dove e come è stato costruito, con quali criteri estetici e soprattutto in base all’effettiva integrazione e concertazione fra tutti gli elementi che compongono “bene casa” necessaria a realizzare finalmente un’architettura che possa definirsi moderna.
In conclusione in una inevitabile logica del profitto, alla quale, in questo settore come in tutti i comparti produttivi, non è possibile sottrarsi, il successo dell’edilizia ecosostenibile passa attraverso la sinergia e la partnership tra i diversi soggetti che, a vario titolo, concorrono alla realizzazione dell’edificio: progettisti architettonici, strutturisti, costruttori, produttori delle tecnologie e tutte quelle figure professionali importanti come esperti in marketing, business plan, economisti e certificatori LEED.
La sinergia fra questi diversi soggetti porta ad una “progettazione in team” che crea valore, crea profitto, crea benessere e comfort, crea sostenibilità, crea qualità, crea sicurezza e cultura in un settore che, oggi più di ieri, ha l’estrema necessità di evolversi a favore del miglioramento della qualità della vita di tutti noi.
Alberto Zacchè