Abitazione a zero emissioni
Il Progetto “Ekohouse” è stato elaborato da Luca Aldrighi e Massimo Brunelli e si è aggiudicato il premio Menzione al Concorso “Un guscio per vivere in sicurezza e armonia“.
Intervista al Progettista Luca Aldrighi
Da quale idea è nato il progetto?
Il progetto EkoHouse nasce dalla volontà di voler creare un’abitazione a zero emissioni, che produca energia da poter rivendere alla rete, ottenendo così un microreddito mensile capace di coprire parte del mutuo relativo all’acquisto.
Perché ha ideato questa particolare soluzione tipologica?
La composizione planimetrica è stata pensata su un multiplo di 1,2 m ovvero la dimensione standard del pannello PLASTBAU; questa operazione consente di ridurre al minimo gli scarti di lavorazione e quindi un considerevole contenimento dei costi.
Quali sono le finalità del progetto?
In sintesi possiamo dire che le finalità del progetto sono il raggiungimento di sostenibilità delle tre macro aree che si trattano quando parliamo di architettura ossia economica ambientale e sociale.
Per quanto riguarda la prima, ne abbiamo precedentemente parlato; una progettazione calibrata e ben calcolata consente la riduzione dei suoi costi (sia di gestione che di esecuzione).
La sostenibilità ambientale è garantita dalle prestazioni termiche dell’involucro e dall’adozione tecnologie “verdi” come l’uso dei pannelli fotovoltaici e turbine mini-eoliche per la produzione di energia elettrica. Un sistema di raccolta dell’acqua piovana inoltre, consente di risparmiare fino al 50% delle risorse idriche.
La sostenibilità sociale la riscontriamo nella composizione stessa della cellula; l’ideazione di una pianta libera consente alla famiglia di articolare la propria casa a suo piacimento, soddisfando le esigenze che, nel corso degli anni, inevitabilmente cambiano.
Secondo quale criterio è stata sviluppata la cellula abitativa?
Quando abbiamo pensato all’ideazione del progetto, volevamo che esso fosse molto performante dal punto di vista energetico e compositivo, ma che allo stesso tempo diventasse un occasione di socialità nel momento in cui l’unità singola dà vita ad un aggregato.
Come sono distribuiti gli ambienti interni?
La parola chiave che ci siamo imposti è stata: flessibilità.
Nella zona notte, le due camere da letto sono suddivise da un armadio; “intercapedine” che viene a crearsi può essere utilizzata per le rispettive cabine-spogliatoio o, all’occorrenza si può trasformare in una stanza aggiuntiva gioco per i bimbi.
Nella zona giorno, tramite una parete scorrevole si può ricavare una zona destinata a studio oppure lasciare il soggiorno come open space.
Com’è composto l’aggregato urbano?
Il comparto si sviluppa per tre piani fuori terra; il fronte est (fronte strada) resta compatto e molto riservato caratterizzato da piccoli tagli finestrati. Verso il lato ovest invece abbiamo gli ingressi agli alloggi e le parti maggiormente vetrate. La tipologia adottata è quella a ballatoio, sovradimensionando gli aggetti in corrispondenza dei vani scala e ascensore per incentivare gli abitanti a socializzare anche al di fuori delle mura domestiche.
Come ha affrontato il tema del risparmio energetico e di sostenibilità ambientale?
Il complesso EkoHouse produce energia elettrica dai pannelli fotovoltaici per 85 Kw e 10 Kw dalle turbine mini-eoliche 45Kw vengono utilizzati dagli alloggi mentre l’energia prodotta in eccesso è impiegata per l’illuminazione pubblica, il funzionamento delle pompe geotermiche e la ricarica delle auto elettriche.
All’interno delle abitazioni abbiamo inserito essenze come Areca, Potos e Sanseveria che, grazie a una ricerca degli anni 80 effettuata dalla NASA, sono classificate come piante che che catturano agenti inquinanti indoor quali xilene, toluene e formaldeide, rilasciando ossigeno.
Altro aspetto è la gestione del refluo; il vaso separatore del bagno (tecnologia già adottata nei paesi scandinavi) consente di dividere le feci dalle urine. Quest’ultime, contengono una buona quantità di urea che, una volta stoccata in apposite taniche sotterranee, viene prelevata e rivenduta. La ceramica fotocatalitica infine, impiegata come rivestimento esterno, consente di ridurre l’inquinamento outdoor.
Come viene distribuita l’energia all’interno dell’abitazione?
Il sistema di distribuzione è dato dalla produzione di energia elettrica dato dalle rinnovabili; ipotizzando di collocare l’edificio nella città di Mantova, quindi in fascia climatica e, abbiamo una produzione (per ogni cellula) di energia elettrica data da fotovoltaico di 3.450 Kwh. Il guadagno che ne ricaviamo dal contributo del GSE è pari a 1.415 €/anno ovvero quasi 120 €/mese che, di questi tempi, possono sempre essere utili.
Luca Aldrighi, Massimo Brunelli