Sperimentare nuove forme di architettura...
Giovani architetti illustrano l’idea alla base del loro progetto..tra tradizione e innovazione.
Il nostro progetto parte dall’osservazione del sistema costruttivo Plastbau, che ci ha rimandato immediatamente alla mente le antiche tecniche costruttive murarie, in particolare al mur épais anglo-normanno: uno spesso muro, una parete sdoppiata che dividendosi longitudinalmente in due elementi paralleli permette di ricavare un corridoio, un passaggio entro il suo ampio spessore. Si è pensato così di porre nuova enfasi su questo antico tema rileggendo la possibilità di una sperimentazione sull’abitare.
Il muro può accogliere allora una serie di cavità al suo interno, ma anche ispessirsi al punto tale da contenere un ambiente in tutta la sua lunghezza, conservando allo stesso tempo quella coesione capace di farlo rileggere come un unico elemento.
Il perimetro murario non si configura così come semplice pelle esterna, ma piuttosto come spazio intermedio di coesione tra il mondo esterno e l’intimità dello spazio interno. La casa diviene allora luogo di tutela della propria sacralità, da rileggere nel disegno dello spessore-muro.
La cellula abitativa proposta si estende per una lunghezza di 21,70×15,70 m con un calpestio dei locali interni non superiore ai 95 mq e un interpiano di 3,00 m da dedicare ad una famiglia composta da 4/5 persone, formando un impianto ad L con patio adiacente, luogo prediletto per l’affaccio degli ambienti.
L’ispessimento del muro più lungo opposto al patio permette la realizzazione di una spazialità cava chiamata ad accogliere tutti gli ambienti di servizio e connessione, lasciando alle stanze adiacenti ampie opportunità di flessibilità, ulteriormente studiate attraverso l’inserimento di alcuni pannelli scorrevoli. Parallelamente, il disegno di una sequenza di nicchie configura l’intero perimetro della casa, disponendo una serie di ambienti dedicati allo stare ma anche alla luce e alla sua preminente funzione, testimoniata dal differente trattamento dei prospetti.
La facciata sul patio interno è difatti caratterizzata da una serie di aperture ricavate nella profondità delle nicchie stesse per tutta l’altezza dell’interpiano, introducendo una luce diretta negli ambienti adiacenti, mentre la facciata opposta, antistante il corridoio, si caratterizza per una luce proveniente dall’alto attraverso dei lucernai, ottenuti mediante l’arretramento dell’architrave superiore, posizionati sulla sommità delle nicchie. Il differente studio dei prospetti sottolinea dunque la volontà di riflettere sul tema dell’abitare attraverso l’accurato studio di uno spazio intermedio, atto a garantire un adeguato grado di introversione e protezione.
La casa accoglie una loggia caratterizzata da una grande bucatura sovrastante un’area dedicata a possibili piantumazioni di verde, ricavando inoltre all’interno della loggia stessa l’inserimento di una scala – per le soluzioni aggregative – oppure – nel caso della cellula isolata – una piccola rampa di accesso per il superamento del lieve dislivello introdotto dall’attacco a terra. Il disegno della cellula abitativa rispetta i metri quadri predisposti dal bando e affronta il tema della flessibilità appartenente alle contemporanee esigenze abitative, attraverso lo studio di uno spazio, antistante la spina dei servizi, da ricondurre potenzialmente ad un profondo open space, descritto dal seguirsi di cavità-nicchie su entrambi i lati.
La scelta dei materiali di rivestimento, in pietra per tutto il perimetro esterno ed in rovere chiaro per gli arredi fissi e la muratura interna attrezzata con armadiature per tutta l’altezza della parete, si propone inoltre di agevolare la lettura della cellula nelle sue attitudini di rifugio come luogo della tranquillità e dell’armonia.
Il progetto si propone dunque nella sua semplicità, nel volere assegnare cioè all’involucro esterno tutte le prestazioni tecniche, statiche ma anche spaziali. Occorre osservare che, se nello sdoppiamento del muro perimetrale il progetto si rifà, come detto, al muro anglo-normanno, nel sistema costruttivo esso rimanda al più antico esempio romano del “muro a sacco”, dove un doppio muro di laterizi paralleli accoglieva al suo interno una muratura di malta e pietrame. A nostro avviso il sistema costruttivo Plastbau , proprio per tale analogia, può essere letto come la reinterpretazione contemporanea di tale sistema costruttivo, che traslato nell’epoca della macchina e della produzione industriale viene tradotto in materiali contemporanei. Tra i vari spessori consentiti dal sistema Plastbau nel progetto è stato scelto quello di dimensione maggiore. Come sempre le motivazioni che hanno portato a tale scelta sono di ordine sia architettonico che tecnico. Lo spessore infatti è elemento necessario se si interpreta l’abitazione come luogo di intimità celato al mondo esterno, in cui il muro svolge proprio il ruolo di custode di tale intimità, protetta dallo spessore che è pertanto uno degli elementi chiave del progetto. Lo spessore del muro risulta inoltre essere un elemento fondamentale anche tecnicamente, capace di sfruttare non solo le proprietà termiche del polistirolo ma anche quelle della massa delle pareti in c.a.; infatti sfruttando proprio la massa termica il muro, oltre a proteggere ottimamente dal freddo, per via della presenza del polistirolo, difende perfettamente anche dal caldo, grazie allo sfasamento termico prodotto proprio dalla massa del c.a., che consente di avere una restituzione del calore diurno accumulato nelle pareti solo a notte inoltrata.
Lo spessore murario consente anche di interpretare il problema del risparmio energetico. Tale tecnica costruttiva, sfruttata al suo spessore massimo e con gli accorgimenti progettuali da noi operati, riducono allo stretto necessario le superfici vetrate e permette altresì di limitare le dispersioni di energia in inverno e l’ingresso del calore in estate, riducendo sensibilmente l’utilizzo di elementi per il riscaldamento o il raffreddamento. La parete cieca del progetto è stata studiata per essere disposta a nord, dove le dispersioni termiche sono maggiori in inverno e dove la captazione della luce è affidata alla superficie orizzontale del lucernaio, capace in maniera migliore di cogliere il bagliore diffuso proveniente da nord. Oltre alla parete cieca, va notato che tutti gli ambienti di servizio e distribuzione sono collocati a nord, trovandosi proprio nel corpo cavo del mur epais, e formando un ulteriore elemento schermante verso il lato nord, notoriamente considerato come il lato “freddo” della casa.
Altro aspetto positivo del sistema Plastbau, esaltato dal nostro progetto, è la versatilità paesaggistica del sistema stesso che, consentendo di essere rivestito di diversi materiali – come nella pietra di origine basaltica utilizzata nel nostro caso specifico – permette un perfetto inserimento in paesaggi di diverso carattere cromatico. Inoltre, il getto basamentale previsto per la costruzione del sistema Plastbau si pone come elemento di intermediazione tra le differenti condizioni topografiche, rendendo così possibile un perfetto inserimento paesaggistico.
Pertanto si può affermare che lavorando sulla doppia leva del rivestimento e del basamento, il progetto riesce a valorizzare a pieno l’enorme versatilità del sistema costruttivo Plastbau rendendo palese la sua notevole flessibilità e capacità di inserirsi in vari contesti.
Infine occorre spendere qualche parola anche sul carattere urbano della nostra proposta, capace di dare origine a notevoli varianti aggregative, come dimostrano gli schemi presentati in sede di concorso.
L’impianto ad “L” selezionato per la costruzione della casa isolata risulta infatti essere anche un elemento dall’enorme versatilità aggregativa, capace di dare soluzioni e configurazioni diverse per adattarsi alle diverse situazioni urbane, dall’isolato chiuso in sé stesso della città ottocentesca sino alla città aperta del movimento moderno.
L’immagine urbana che deriva dall’aggregazione di tale modulo vede nella ripetizione e nella semplicità una ricchezza capace di dare ancora una volta senso alla città, senza bisogno di gestualità appariscenti e formali. Il mur epais è perciò specchio del nostro modo di vedere la casa: uno spazio fatto di cose semplici, capace di testimoniare quell’orgoglio della modestia che ha costruito gran parte delle nostre città e che costituisce lo sfondo anonimo senza il quale le magnifiche architetture della nostra storia non instaurerebbero quel rapporto dialettico, necessario alla creazione della loro stessa immagine.
Architetti:
Francesco Cianfarani
Luca Arcangeli
Michela Ekstrom
Tiziana Proietti