Tecnologia Plastbau® Poliespanso per la ristrutturazione dell’ospedale di Santa Maria della Scala a Siena
Il luogo
Sorto proprio di fronte alla cattedrale, il Santa Maria della Scala costituì uno dei primi esempi europei di ricovero e ospedale, con una propria organizzazione autonoma e articolata per accogliere i pellegrini e sostenere i poveri e i fanciulli abbandonati. La sua istituzione si deve ai canonici del Duomo, anche se una leggenda medievale senese parla di un mitico fondatore, tale Sorore, calzolaio, morto nell’898.
La gestione dell’importante complesso, prima dovuta ai canonici del Duomo, poi ai frati dell’ospedale, passò, nel Quattrocento, dopo lunghe controversie, sotto il controllo diretto del Comune.
Il Santa Maria della Scala ebbe un ruolo molto importante anche in ambito culturale, tanto da poterlo giustamente considerare il “terzo polo artistico” della città, insieme al Palazzo Pubblico e alla cattedrale. L’impegno di una committenza di questa istituzione prestigiosa anche in campo artistico si è dimostrata fin dall’inizio costante, quasi sempre di altissimo livello e indirizzata verso tutti i molteplici aspetti della millenaria attività svolta dall’ospedale.
Oggi il Santa Maria della Scala ha esaurito le proprie funzioni sanitarie e ormai da anni l’Amministrazione Comunale sta procedendo al recupero dell’antico complesso che si presenta come uno dei progetti culturali polivalenti più significativi a livello europeo, in grado di rispondere efficacemente alle necessità delle grandi collezioni senesi e alle crescenti necessità di studio, di ricerca e turistiche.
Il progetto
Il progetto preliminare per il restauro e il riuso del complesso di Santa Maria della Scala risponde, per quanto concerne le scelte di fondo, alla proposta vincitrice di un concorso internazionale, concluso dall’Amministrazione Comunale di Siena nel 1993, del quale è risultato vincitore l’architetto Guido Canali con il suo staff della Canali associati s.r.l. Le scelte sono state tutte orientate dalla specificità del luogo e verificate anche attraverso l’intensa ed efficace utilizzazione culturale e museale del complesso, fin dal 1995. Tale utilizzo tra l’altro ha evitato ai monumentali ambienti di rimanere vuoti e ha consentito allo stesso tempo alla città di “riappropriarsi” immediatamente del suo millenario ospedale. Il progetto ha inteso soprattutto esprimere un metodo che si fonda sulla conoscenza esaustiva del complesso e quindi sulla necessità di esplorazioni continue. Già dopo le prime demolizioni preliminari i locali hanno cambiato volto. Sono ritornati gli affascinanti spazi che attraverso i secoli si erano formati intorno ai primi nuclei del Santa Maria. Sono emersi elementi architettonici pregevoli, quali colonne, archi e cassettonati, in luogo di stanze assolutamente anonime in cui le avevano precipitate le tramezzature in forati degli anni Sessanta.
Intervento di recupero
La complessità della struttura costituisce il carattere più radicato e profondo del Santa Maria della Scala. L’impegno comune dei progettisti, dell’équipe di ricerca storico-archeologica e dell’Amministrazione Comunale di Siena è stato quello di far diventare tratto specifico del progetto proprio questa complessità attraverso una strategia di intervento articolata e multidisciplinare, caratterizzata anche da specifiche scelte amministrative e gestionali.
Dal 1997 il Santa Maria della Scala può definirsi come un cantiere-museo, in cui il flusso dei visitatori si interseca con il procedere del cantiere di restauro.
L’intervento di recupero prosegue con l’entusiasmo e la determinazione del Comune di Siena, secondo alcune linee guida:
* esecuzione dei lavori per aree e stralci di interventi differenziati, con il museo aperto, per non sottrarre alla città e al pubblico l’edificio durante i lunghi lavori di restauro;
* programmazione di visite guidate al cantiere, per documentare anche al pubblico, in itinere, il senso ed il carattere dell’interveto;
* organizzazione di “cantieri didattici”, per consentire la formazione di figure specialistiche (restauratori, decoratori, archeologi).
Le fasi di intervento realizzate
I lavori si sono articolati in fasi distinte:
* I fase (1997-1999), estesa a tutto il complesso dello Spedale, tesa al recupero della leggibilità dei caratteri spaziali dell’edificio, attraverso la rimozione di tutte le ostruzioni novecentesche (tramezze, solai, intasamento delle corti interne) che avevano negli ultimi decenni reso illeggibili i caratteri del testo.
* II fase (1999-2000), Primi interventi di “restauro leggero” per il recupero dell’antico fienile e dei Magazzini della Corticella ad uso espositivo, per mostre temporanee. La formula del “restauro leggero” è stata coniata dal progettista per recuperare in tempi brevi ed a costi contenuti spazi particolarmente suggestivi dell’ospedale, in vista di un possibile loro completo restauro in fase successiva.
* III fase (1999-2002). Interventi di restauro completi, estesi ad aree omogenee del complesso, mirati al pieno recupero (architettonico, impiantistico, funzionale) di tali aree, anche con l’impiego di elevate tecnologie per il controllo microambientale.
A marzo 2004 è iniziata la ristrutturazione della parte posteriore dell’edificio (quasi di fronte all’ex complesso ospedaliero di Vallepiatta) in cui è diventato operativo un elegante ristorante con giardini pensili.
L’uso dei SOLAI PLASTBAU® come soluzione del problema logistico
L’ubicazione dell’ex Ospedale di Santa Maria della Scala e dell’ex complesso ospedaliero di Vallepiatta ha inciso tantissimo sulla scelta dei materiali. I cantieri infatti sono situati in pieno centro storico, tra la piazza del Duomo e la Contrada della Selva. Arrivare e lavorare qui è spesso un vero problema, soprattutto dal punto di vista della logistica dei materiali e dei mezzi: strade anguste e mancanza di spazio, infatti, rendono davvero complicate operazioni che in altri luoghi sarebbero di facile esecuzione. È pressochè inesistente un’area cantieristica: ogni centimetro di spazio deve essere utilizzato fino in fondo e, in particolare, è improponibile l’impiego di una gru.
La soluzione al problema logistico è stata trovata proprio nell’impiego dei solai PLASTBAU® .
Le caratteristiche, legate una all’altra, che ne hanno determinato la scelta sono state:
Leggerezza, rapidita’ di posa e riduzione dei costi
La leggerezza è una caratteristica davvero importante che descriveremo attraverso le diverse fasi in cui è più evidente. Il camion rimorchio che trasporta i solai PLASTBAU® Metal imbocca l’uscita Siena Ovest della superstrada Firenze-Siena e, percorrendo la Via Fontebranda (una strada stretta che corre lungo la cintura del centro storico della città), raggiunge un’area dismessa dell’ex Siena Petroli, l’unico luogo relativamente vicino al cantiere in cui è possibile, per spazio disponibile, far arrivare i camion e procedere con lo stoccaggio delle materie prime.
I Solai PLASTBAU® vengono da qui caricati a mano ad uno ad uno su un piccolo furgone che li trasporta fino al cantiere. Qui sono sufficienti due persone per caricare e scaricare il furgone e procedere immediatamente con la posa che avviene in tempi rapidi.
Ing. Andrea Ulivelli-capo commessa della Cooperativa Muratori Sterratori e affini, impresa esecutrice dei lavori-: “Il trasferimento dei materiali è una voce che incide in misura rilevante sui costi. Basti pensare che ad esempio a luglio ed agosto, durante il periodo del Palio, ci è stato chiesto lo sgombero in toto delle strutture cantieristiche per permettere alla contrada della Selva, che ha la sede proprio accanto al cantiere di Vallepiatta, di organizzare in tutta tranquillità cene, riunioni, festeggiamenti. Dobbiamo sempre essere pronti a lavorare quasi in emergenza, con strumenti e materiali velocemente trasportabili.
Adottare la soluzione del Sistema PLASTBAU® in un cantiere come questo è stata una scelta vincente perché ci ha permesso di risolvere un problema e, al tempo stesso, di risparmiare sui costi. In più il solaio PLASTBAU® ci permette oggi, grazie alla sua maneggiabilità e leggerezza, di essere montato anche mentre viene eseguita una fase di getto nel cantiere di Vallepiatta- operazione che, di per sé, occupa tutta la strada.
La sua versatilità ha consentito, in un cantiere di importanza storica come questo in cui rispettare il progetto iniziale alla lettera è spesso impossibile, di adattare al centimetro,con semplici operazioni eseguite in loco e in fase di montaggio, le dimensioni del solaio.”